Congresso del Circolo di Piacenza - Mozione Renza Malchiodi

“Il mondo globalizzato ha generato e accentuato diseguaglianze ben prima
della pandemia. In questo schema ci sentiamo sempre più qualcuno e
sempre meno parte di qualcosa. È di questo che dobbiamo con coraggio
occuparci, ricostruendo spazi di condivisione, discussione democratica e di
confronto.” Parto da questa citazione dalle linee guida del nostro Segretario
regionale, Luigi Tosiani, perché in essa credo stia la centralità del problema che
dobbiamo affrontare.
I temi di cui il Partito Democratico deve farsi carico sono noti a noi che ne
costituiamo la comunità. E ciò dal livello di base, costituito dai Circoli, su su sino
al Segretario nazionale, ai nostri parlamentari e rappresentanti nelle istituzioni
italiane ed europee.
Per temi intendo perseguire la giustizia sociale, la transizione ecologica,
approdare al tempo dei diritti sociali e civili, compresi quelli alla salute e
alla sicurezza, battersi per una società più equa e giusta che punti alla
conoscenza, al lavoro buono, allo sviluppo sostenibile. Senza dimenticare
che non esiste sviluppo senza che ne goda tutta la società nelle sue componenti
generazionali, di genere, di lavoro, di ogni diversità.
Vogliamo sentirci parte di una collettività che dal territorio si esprima su
contenuti e proposte, con la consapevolezza che insieme possiamo fare la
differenza, insieme possiamo contare.
E per far questo è necessario fare tre cose:
1) rinnovare la classe dirigente;
2) coinvolgere gli iscritti a un nuovo protagonismo;
3) aprirsi alla società civile.
Solo così possiamo aspirare ad aumentare il numero dei nostri aderenti. Solo
così possiamo generare interesse nella società civile per tenere aperto un
dialogo che ci può fare solo bene.
La difficile e dolorosa esperienza di ApP ci ha dimostrato che il dialogo
all’interno del centrosinistra deve essere aperto e libero, deve trovare
alleanze in un clima di fiducia e di rispetto. Deve ricercare sintesi laddove vi
sia un terreno comune, pur nel rispetto della differente identità (qualcuno la
chiama unicità) e della diversità di vedute. Un’esperienza difficile, dicevo, che
però servirà per cercare di costruire, oggi come domani, relazioni proficue che
riuniscano il popolo democratico, nell’intento di condurre e vincere battaglie
progressiste e che ci portino ad amministrare tutti i livelli di governo. Il
Partito democratico deve essere capace di aprirsi alle energie migliori della
società e del territorio senza perdere la propria identità.
È tempo di rompere gli indugi, di andare oltre gli schemi, è il tempo di essere
chiari e comprensibili.
È tempo di essere riformisti, o progressisti, ma netti nelle scelte.
È tempo di confrontarsi ma poi decidere.
È tempo di conoscere e passare attraverso la realtà, trovare soluzioni,
possibilmente innovative.
È tempo di fare iniziative, a partire dalle Agorà, diffuse, su temi, formative, di
autofinanziamento.
È tempo di aprire il circolo, anche alle associazioni.
È tempo di fare politica con piacere.
Da poche ore l’ambiente e la responsabilità verso le generazioni future è
finalmente entrato nella nostra Costituzione, grazie alla modifica degli art. 9
e 41. Non c'è più tempo, è necessario che anche nel territorio ci si mobiliti
per la salvaguardia del creato. Non possiamo ignorare che Piacenza è fra le
città più inquinate del nostro Paese, con conseguenze drammatiche sulla
salute.
Pensare al futuro, nella consapevolezza che quel che facciamo oggi
condizionerà la vita (la qualità della vita) delle prossime generazioni.
È tempo di impegnarsi a trovare soluzioni coraggiose, senza avere paura dei
sacrifici, a partire dalla nostra città.
Il Circolo di Piacenza può fare tanto, con un bel lavoro di squadra per il
quale serve il contributo di tutte e tutti. Io ci credo veramente.
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