Congresso provinciale 2022 - Mozione Paola Gazzolo

Intervista Gazzolo.

PREMESSA

Viviamo un tempo inedito: la pandemia ci ha chiuso nelle nostre case mostrando quanto possa essere effimero il benessere diffuso.

In questo periodo “sospeso” si sono acuite la debolezza della politica, la crisi della democrazia rappresentativa e le tensioni tra diversi livelli istituzionali.

A questo preoccupante scenario si è affiancata la maggiore consapevolezza delle fragilità sociali e ambientali: la pandemia ci ha messo di fronte alla precarietà degli equilibri ambientali e alla cagionevolezza della nostra condizione socio-economica, individuale e collettiva, rendendoci ancor più consapevoli del valore centrale delle relazioni e della socialità. Stiamo scoprendo un nuovo modo di tornare a vivere i nostri spazi; cresce l’esigenza di ripensare il nostro modello di cura e di sviluppo.

Per la prima volta ci siamo sentiti parte viva di una comunità Europea. Come ci ha più volte ricordato David Sassoli, un grande Presidente del Parlamento europeo recentemente scomparso, “L’Europa ci può aiutare a stare meglio al mondo”. La pandemia ci ha spinto a proseguire lungo la strada intrapresa. Sempre Sassoli ci ha avvertito che “non si può tornare al mondo di prima. Sarebbe un errore, uno spreco di energie e non avremmo la possibilità di affrontare le sfide future”. Grazie all’apporto delle forze democratiche e socialiste, l’Unione Europea ha creato le opportunità per rigenerare le nostre comunità e ripartire insieme.

Serve esserci ora e fare la nostra parte! Piacenza è parte di una Regione laboriosa e florida, con solide radici e fondamenta, ed è pronta per ripartire.

Negli ultimi anni, anche sulla spinta di un vento nazionale, il nostro territorio ha visto prevalere centrodestra alla guida delle amministrazioni locali. Le forze di centro sinistra hanno spesso lasciato il campo a liste e partiti che, pur esprimendo povertà di idee e di proposte, hanno dimostrato di parlare alla pancia dei cittadini, sapendo risvegliare l’interesse dei giovani e fare forte presa su un elettorato che non riesce a trovare in noi una prospettiva concreta di futuro.

Da questo scenario non si esce con alchimie comunicative, con facili soluzioni, o col ricorso ad uomini soli al comando. Potremo riconquistare il nostro territorio solo impegnandoci in un lavoro quotidiano, intenso e concreto.

Il Partito Democratico deve tornare a mobilitare le energie e le competenze migliori delle nostre comunità locali, a costruire un patto con esse, ad accompagnare le amministrazioni nell’azione di governo e ad essere un partito militante.

Possiamo e dobbiamo fare la nostra parte, gettare “il cuore oltre l’ostacolo”, ridare slancio senza titubanze all’azione politica; dobbiamo diventare il motore di una politica di visione e proposta, cardine di una coalizione larga, che sia vitale nell’intera società.

Abbiamo scelto un Congresso non unitario, perché siamo convinti che serva unità e non semplice unanimismo; crediamo serva agire e non traghettare verso sponde di speranza.

Serve dare un messaggio chiaro alle nostre comunità: possiamo e vogliamo vincere le imminenti elezioni amministrative per dare a Piacenza, a Bettola, a Carpaneto, a Monticelli e a Villanova un governo credibile e autorevole, rappresentando una seria opzione di cambiamento. Possiamo solo Vincere, non abbiamo nulla da perdere: vincere però presuppone nel partito un gioco di squadra e una grande capacità di proposta e mobilitazione.

Ora è il tempo di scegliere, non il momento di differire la scelta!

IL PARTITO DEMOCRATICO A PIACENZA

A Piacenza Il Partito attraversa un periodo di forte involuzione politica. Il numero di iscritti diminuisce di anno in anno, con qualche rallentamento quando si celebrano le assise democratiche, che comunque segnano ugualmente un costante arretramento. Meno iscritti significa minor presenza nella società e minor presa sulla società, meno voci e meno plurali, meno capacità di ascolto del proprio elettorato e della intera collettività.

La vita democratica del Partito è, allo stesso tempo e nello stesso modo, indebolita. I circoli faticano a rappresentare una forma di partecipazione democratica e, senza una forte regia provinciale, stentano a dialogare con le comunità e fra di loro.

Le assemblee e gli organi si riuniscono sempre meno, con ritardo, senza preparazione, e gran parte della elaborazione politica è demandata agli organi esecutivi, ai gruppi nei consigli municipali o ai sindaci. I consiglieri comunali sono soli, costretti a interpretare il ruolo a loro assegnato dai cittadini senza il sostegno, il raccordo e l’elaborazione del Partito.

Ognuno fa fronte come può ai compiti richiesti dal proprio ruolo istituzionale. E dalla solitudine al personalismo il passo è breve. Il personalismo, che rappresenta la cifra rappresentativa della situazione politica attuale, a livello nazionale come locale, è il sintomo, non la causa, di una grave malattia.

 L’elaborazione politica è povera, proprio perché spesso frutto del coinvolgimento di pochi.

In città e nei comuni maggiori, che ci vedono all’opposizione, l’attività politica si configura unicamente come risposta alle iniziative del centrodestra, che comunque detta l’agenda.

L’opposizione è demandata ai gruppi consigliari e il Partito esprime di rado posizioni condivise e strutturate.

Laddove invece governa il centrosinistra, la politica si appiattisce sull’attività amministrativa, rinunciando a costruire e promuovere strategie e proposte insieme ai propri rappresentanti nelle istituzioni.

Si radica così la convinzione che il compito di costruire la visione del futuro del nostro territorio spetti solo a coloro che occupano un ruolo istituzionale di primo piano o si candidano ad una importante carica pubblica.

La criticità che viviamo oggi nella selezione dei candidati a sindaco per il comune capoluogo è figlia di questa impostazione: la definizione del programma è stata delegata ad una associazione esterna al partito e il PD, spogliato in quella sede della sua funzione democratica di rappresentanza collettiva, ha rinunciato del tutto ad esercitare il proprio ruolo di perno intorno cui aggregare una vasta coalizione.

 

Un partito che non pensa è un partito che non incide sulla realtà

Già prima della pandemia il Partito si è ritrovato a sostituire la discussione nei gruppi di whatsapp alla faticosa costruzione di posizioni condivise con il confronto nelle riunioni dei circoli e degli organi: necessariamente la comunicazione patisce i limiti dello strumento, ostacolando la sintesi e favorendo un dibattito superficiale, costituito da like, arguzie o motti di spirito.

Noi rigettiamo la politica da whatsapp.

Raccogliere idee, interloquire con i cittadini e gli elettori sono forse sistemi obsoleti? Raccogliere idee, interloquire con i cittadini e gli elettori sono forse sistemi obsoleti? Riconosciamo l’importanza fondamentale della comunicazione, anche attraverso i social, ma la costruzione di una proposta politica necessita di strumenti che consentano un confronto più strutturato e profondo.

Un congresso in ritardo e poco preparato.

Si arriva oggi al congresso con ritardo. La deroga richiesta dalla Federazione è stata, in buona sostanza, stravolta, ulteriormente dilatata e solo formalmente rispettata. Il Partito non è stato preparato e invitato ad una riflessione interna: le candidature sono state lanciate per telefono e gli iscritti vengono contattati non sulla base di un confronto di idee, ma con richiami alla appartenenza a fazioni o correnti.

Idee, confronto, dibattito? No grazie, questo Partito sembra voglia farne a meno!

Idee, confronto, dibattito? Meno questo Partito pensa e discute, più la fedeltà sostituisce il libero arbitrio politico e la scelta tra le idee.

Tanto più il Partito diventa un Taxi e gli iscritti si ritrovano nei soli banchetti delle campagne elettorali, tanto più perdiamo la capacità di premiare il merito e la forza di una squadra.

Tanti iscritti vogliono poter contare e dare il proprio contributo a costruire un partito che sappia interpretare il tempo in cui viviamo e sappia guidare la propria comunità.

Molti di noi iscritti hanno deciso che è ora di cambiare e di tornare a costruire un futuro comune. Lo abbiamo fatto, come donne e uomini nelle istituzioni, nei luoghi di lavoro, nelle associazioni, nella comunità, perché crediamo che il PD sia uno strumento fondamentale per la vita democratica di questa città e di questo territorio.

Assieme, in tanti, abbiamo pensato che Paola Gazzolo possa farsi portavoce di questo cambiamento. La sua candidatura non nasce dal nulla e soprattutto non nasce come candidatura per non cambiare nulla. È la candidatura di una persona che ha fatto del riformismo e del rigore la cifra del suo agire quotidiano.

Insieme vogliamo ricominciare ad avere fiducia nel Partito. Coloro che hanno firmato per la candidatura di Paola hanno condiviso le idee che soggiacciono a questa scelta. Un percorso democratico e vitale, auto convocato e costituito da tanti iscritti, molti dei quali con responsabilità dirigenziali nel Partito, che hanno condiviso valutazioni e proposte e solo successivamente hanno individuato la figura che poteva incarnare questa voglia di cambiamento.

 

IL PARTITO DEMOCRATICO di domani

1) Fare di Piacenza una città nuova, una Piacenza di domani

Il PD dei prossimi anni dovrà impegnarsi per costruire una Piacenza Nuova. Una città che si prepari ai mutamenti dei prossimi decenni, che dia centralità alla sostenibilità dello sviluppo economico e delle comunità, che interpreti un ruolo di guida del suo territorio e del suo eco-sistema, che si imponga come motore di crescita, che elabori e rilanci politiche di redistribuzione del reddito, che promuova equità e solidarietà, che sappia valorizzare le persone, che esprima qualità urbana e bellezza.

Realizzare una Piacenza Nuova significa tornare a elaborare programmi e politi­ca; significa ritessere la tela dei rapporti con le forze sociali, con chi crea sviluppo, con i luoghi ad esso deputati, con i centri del sapere; significa tornare a parlare tra noi, a parlare con la comunità; significa tornare a fare iniziativa politica, a comunicare e diffondere le proposte. In parole povere, significa ricreare le condizioni per fare politica, la grande assente di questi ultimi anni.

2) Lo sguardo lungo dei giovani

Il PD di domani deve elaborare politica per il futuro: per questo occorre accogliere stimoli, istanze, visioni delle giovani generazioni. Esse devono sentirsi pienamente rappresentate e coinvolte, come protagoniste nei processi decisionali. In questi anni, in controtendenza con le sorti del partito, è cresciuta l’organizzazione dei Giovani Democratici. Investiamo su di loro!

Ci proponiamo di costituire una specifica area tematica per l’elaborazione di politiche per il futuro.

I giovani, inoltre, devono essere soggetto centrale della nostra azione politica. Proponiamo strumenti che garantiscano la loro presenza negli organismi e in tutti i circoli: una “quota trenta”, garantita a chi ha meno di trent’anni, in ogni organismo.

Ogni nostra proposta politica deve considerare anche le implicazioni sui giovani e sul loro futuro, in un confronto costante. Se non siamo capaci di agire per il domani, che Partito del Domani possiamo essere?

3) Contrastare il vuoto politico

Che si è creato negli ultimi dieci anni in città. Un vuoto politico che ha infettato anche il Partito e che fa prosperare il personalismo nelle decisioni politiche. Occorre tornare a fare politica attiva nei quartieri, tra i cittadini, impegnandosi con fatica e dedizione. Siamo consapevoli di quanto sia difficile oggi rilanciare la presenza del partito nel territorio, ma la sfida va raccolta e, siamo certi, ne varrà la pena. L’unica ricetta per contrastare il vuoto della politica è riempirlo con il coraggio delle nostre idee.

4) Formare la nuova classe dirigente del nostro territorio

Il PD di domani deve impegnarsi a costruire e a selezionare una nuova classe dirigente, al suo interno e nella società, a partire dalle scuole, dalle istituzioni, dai sindacati, dalle associazioni e infine dall’economia e dal mondo produttivo e del lavoro. Il PD deve operare in una prospettiva orientata al futuro e costruire le condizioni perché la società e la politica possano costruirlo con solidità.

5) Restituire valore alla Democrazia

Il PD di domani deve essere, ancor più di adesso, un soggetto che vive di democrazia e che fa della democrazia nelle decisioni il fulcro del suo agire politico. Non vogliamo una democrazia fittizia, incardinata su strumenti tecnologici e informatici, ma una democrazia vera, agita, rinnovata nelle forme di partecipazione sostanziale.

6) Il riformismo come destinazione

Il PD di domani è partito che ha scelto la via del riformismo, senza inseguire po­sizioni massimaliste e velleitarie, ma vuole essere saldamente ancorato alla realtà. Il PD incardina la sua azione politica sul percorso verso una società equa, giusta e sostenibile.

7) Rinnovare le forme della Politica

Il PD di domani chiama i suoi iscritti e i suoi elettori a rinnovare le forme della partecipazione politica. Vogliamo tornare ad assumere le decisioni democraticamente, nei luoghi e negli organi rappresentativi. Vogliamo liberarci da liturgie antiche; il PD di domani deve tornare a parlare con le persone viso a viso, accogliere le istanze di base, organizzare incontri e riunioni, ricostruire la fiducia in un corretto e trasparente percorso decisionale, che non sia prestabilito o venga scavalcato con scelte operate in altre sedi. Il PD di domani deve fare i conti con la realtà, a fianco dei suoi elettori e dei suoi iscritti, facendosi carico delle loro istanze più profonde. Vogliamo promuovere un partito partecipato, nel pieno rispetto del nostro Statuto. Si tratta di costruire un cantiere, coinvolgendo le migliori risorse, per innovare e rilanciare concretamente nuove forme di partecipazione.

8)Pari Dignità, pari diritti

Il Partito del domani ha un segretario donna, una Segretaria!

Per la prima volta nella sua storia a Piacenza. È un partito che fa della parità di genere un fatto reale e non solo invocato nel Partito e con la Conferenza delle Democratiche. Il Partito del domani agisce perché i diritti di ciascuno siano i diritti di tutti. Il Partito di domani sostiene che il DDL Zan sia giusto e che quanto asserito dal Disegno di Legge debba tornare in Parlamento per divenire legge.

Il Partito del domani lavora ogni giorno perché nessuno si senta discriminato o viva una condizione di discriminazione.

9) Ecologia, sempre!

Il PD di domani è un partito ecologista e capace di coniugare lo sviluppo con il rispetto della vita e dell’ambiente. Ci impegniamo a sviluppare proposte sulla transizione ecologica e per uno sviluppo sostenibile.

10) Europei!

Il PD di domani è per l’Europa senza se e senza ma.

11) Curare la Scuola per crescere le idee

Il PD di domani si prende cura della scuola e della cultura. Favorisce l’investimento nelle scuole del territorio, interloquisce con i dirigenti, i professori, gli studenti; mette al centro la qualità dei percorsi educativi e formativi delle giovani generazioni, che urge rilanciare con urgenza per le ricadute della pandemia sulle attività didattiche. Senza scuola e senza cultura la comunità non cresce!

12) Il Lavoro e le Imprese, una diade da tenere unita

Il PD di domani promuove lavoro sicuro e di qualità. Vogliamo istituire una consulta dei lavoratori e degli imprenditori, perché sa che senza impresa non c’è lavoro e senza lavoro non c’è impresa. Il PD di domani guarda all’economia come strumento e non come fine. Esso stimola dibattito e idee, si confronta con i sindacati, con le associazioni e con le istituzioni economiche.

13) Darwin, nella società, non ha ragione!

Il PD di domani sa che senza equità sociale la società diventa campo di battaglia, e che l’ascensore sociale non va fermato. Il PD di domani lavora costantemente sul welfare per dare a tutti pari opportunità di accesso. Il Partito si impegna ogni giorno a rimuovere gli ostacoli che creano diseguaglianza e impari possibilità di accesso ad una vita vita piena e felice.

14) Comunità di persone, welfare di comunità

Il PD di domani ha in mente che il welfare della comunità deve essere sempre più inclusivo e partecipato e si impegna a svilupparlo instancabilmente. Esso interpella i soggetti deputati al welfare e lavora costantemente per rafforzarlo. Crede in una sanità universalistica e radicata nel territorio ed è al fianco degli operatori sanitari che ringrazia per l’instancabile impegno dimostrato nel contrasto alla pandemia. Il Partito del domani fa sentire la sua voce a Bologna, dove si decide il quadro delle regole. E fa sentire la sua voce a Piacenza, dove sviluppa strumenti locali e sostiene la sussidiarietà.

15) Vivere Sicuri

Il PD di domani ha a cuore la sicurezza e la legalità. Sono diritti e sono fondamentali nel nostro sistema di valori e non sono appannaggio della destra. La sicurezza riguarda particolarmente chi si sente più debole e chi non può permettersi di investire denaro per tutelarsi. È un tema che riguarda tutte le persone comuni, come noi. E dobbiamo farcene carico.

16) Partecipare alle scelte e lavorare in rete

Il PD di domani accetta la sfida di mostrare alla comunità piacentina cosa vogliono dire democrazia e partecipazione. L’unione provinciale lavorerà in rete con i circoli, con l’unione regionale e le unioni dei territori emiliani per rilanciare l’iniziativa politica dalle valli alla regione, per fare delle nostre sedi una casa aperta e accogliente, per costruire nuove Agorà di incontro, per essere presenti nei luoghi della vita reale. Vogliamo un partito di persone attive e consapevoli che contribuiscono a creare idee e politica. Il PD di domani nominerà un garante esterno per le Agorà democratiche.

 

“Lavorate tutti, casa per casa, azienda per azienda, strada per strada perché per le forze che rappresentiamo, per quello che siamo stati e siamo, è possibile conquistare nuovi e più vasti consensi alle nostre liste, alla nostra causa che è la causa della Pace, delle libertà, del lavoro e del progresso della nostra società”

Enrico Berlinguer 7 giugno 1984.

 

Chi sceglie di investire nel Pd di domani, sceglie di ricominciare a fare fatica. Sceglie di tornare a essere protagonista nella costruzione delle idee, di dare forma alle nuove istanze e alle visioni che interessano la società e le nuove generazioni; sceglie di sposare il futuro come compagno di vita, costruendolo con la fatica di ogni giorno, senza scorciatoie.

Conosciamo il valore della politica e scegliamo di dare merito a chi offre la sua esperienza, ma anche, in pari misura, il suo entusiasmo e la sua saggezza. Non è una scelta conveniente.

Abbiamo scelto di ricominciare con Paola Gazzolo. È l’unica scelta possibile per un partito unito e militante.

 

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